In cosa consiste una visita ortottica e ogni quanto ci si deve sottoporre? Di seguito, cerchiamo di spiegare cos’è una visita ortottica e soprattutto perché è così importante nell’età evolutiva per poter intervenire in modo efficace sullo sviluppo neurosensoriale del sistema visivo.
Quando si decide di fare un esame alla vista, siamo soliti porci una serie di domande per capire come orientarci.
La prima cosa da sapere quando si avverte la necessità di approfondire alcuni aspetti legati alla vista (un calo improvviso, dolore o fastidio a livello oculare) è che esistono all'interno dell'oculistica diverse branche e specializzazioni. A livello generale, si può dire che il medico oculista (o l'oftalmologo) si occupa di valutare la capacità visiva del paziente e di verificare la presenza di eventuali patologie oculari e fattori di rischio, andando a valutare le strutture a carico del segmento anteriore e posteriore dell'occhio.
Effettuato questo primo screening generale, l'oculista potrebbe consigliare in alcuni casi, visite più specifiche e dettagliate. Una di queste è sicuramente una valutazione ortottica che, come dice la parola stessa, avviene a cura dell'ortottista, un professionista sanitario specializzato nel prevenire, valutare e riabilitare deficit muscolari e sensoriali che colpiscono l'apparato visivo.
L’ortottista esegue test mirati importanti finalizzati a prevenire eventuali deficit a livello muscolare, aspetti che non dovrebbero essere sottovalutati e che per loro natura dovrebbero essere verificati sin dalla tenera età (intorno ai 3-4 anni) e successivamente verso i 6. La valutazione ortottica è fondamentale durante l’età evolutiva del bambino poiché il sistema neurosensoriale si sviluppa dalla nascita fino ai primi 7-8 anni di vita, periodo durante il quale si parla di “plasticità neuronale” del bambino.
Tale visita è consigliata anche per gli adulti qualora dovessero comparire disturbi legati alla messa a fuoco, fastidi oculari, episodi di visione doppia.
Vediamo più nel dettaglio quali sono i difetti e le anomalie a carico dell’apparato neuromuscolare dell’occhio che possono essere diagnosticate attraverso controlli ortottici:
La visita ortottica dura generalmente da 30 a 45 minuti e consiste principalmente in una serie di test mirati per la misurazione di parametri che riguardano sia l'acuità visiva (ovvero la capacità di distinguere gli oggetti e vederli in modo corretto) che la motilità degli occhi (movimenti oculari) e di tutti i muscoli che sono coinvolti in questo delicato processo. Inoltre, verranno considerati anche i fattori legati alla visione binoculare come la stereopsi (la capacità di percepire la profondità), la fusione, l'accomodazione e la convergenza.
La visita ortottica quindi si rivolge in primis ai bambini per prevenire e diagnosticare tempestivamente eventuali problematiche legate allo sviluppo di una corretta visione binoculare. L’ortottista lavora sempre in stretta collaborazione con il medico oculista cui invece spetta il compito di indicare una corretta terapia ottica, farmacologica o chirurgica. Nell’adulto la valutazione ortottica è consigliabile invece in caso di cefalea, visione doppia, affaticamento nelle attività per vicino, sensibilità alla luce e disturbi legati all’uso prolungato di computer o alla lettura.
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