La PRK è una tecnica propria della chirurgia refrattiva messa a punto negli anni 80. La chirurgia refrattiva attraverso l'applicazione di PRK mira a correggere i problemi di refrazione dell'occhio (miopia e astigmatismo) permettendo ai pazienti di tornare a svolgere le loro attività abituali senza ricorrere ad occhiali o lenti a contatto.
È una tecnica che si esegue con il laser ad eccimeri, uno strumento di precisione di modernissima concezione che permette di asportare microscopiche frazioni di tessuto corneale mediante l’emissione di un raggio laser. Il tessuto viene asportato con una precisione straordinaria, impossibile alla mano umana.
Il laser ad eccimeri possiede un sistema di puntamento che compensa i naturali tremolii o gli spostamenti dell’occhio. Se tali movimenti sono eccessivi il laser interrompe immediatamente la propria emissione così da rendere impossibili decentramenti e irregolarità del trattamento.
L’intervento è indolore in quanto all’occhio vengono istillate delle gocce di collirio anestetico. L’intervento dura pochi minuti e vengono operati entrambi gli occhi nella stessa seduta.
La PRK è indicata per la correzione della miopia (da -0.75 diottrie fino a circa -6 diottrie) e dell’astigmatismo (fino a circa -5 diottrie).
È particolarmente indicata per coloro che praticano sport estremi, sport da combattimento (boxe, thai boxe, karate, ecc) o hanno uno stile di vita molto attivo, in quanto non comportano il rischio di complicanze dovute alla creazione di un lembo corneale.
La tecnica di superficie PRK offre numerosi vantaggi:
Per questo è impiegata generalmente in soggetti che hanno poco spessore corneale, che soffrono di secchezza oculare o che sono affetti da qualche tipo di alterazione della cornea.
I requisiti che deve possedere il paziente che intende sottoporsi a un intervento di chirurgia laser sono:
In presenza di alcune patologie non è possibile effettuare il trattamento laser: malattie autoimmuni (in caso di problemi della tiroide, se ben compensata con i farmaci, si può effettuare il trattamento), malattie degenerative dell’occhio (maculopatie), distacco della retina, glaucoma o cheratocono.
In ogni caso sarà il medico oculista che, dopo aver sottoposto il paziente ad una prima vista refrattiva, indicherà qual è il trattamento più adeguato.
Dopo il trattamento viene applicata una particolare lente a contattato terapeutica che viene utilizzata per proteggere l’occhio e indispensabile per la ricostituzione dell’epitelio corneale. Per i primi 3 o 4 giorni dopo l’intervento è normale avere bruciore e un’intensa lacrimazione, infatti vengono consigliati degli antidolorifici in caso di fastidio. La PRK permette di intervenire su quei pazienti che non possono essere trattati con altre tecniche.
Gli esperti consigliano di riposare o dormire per almeno tre o quattro ore, in modo da ridurre ulteriormente il rischio di sentire dei lievi bruciori agli occhi. È inoltre importante che il paziente s’impegni ad utilizzare i colliri prescritti dal chirurgo oculista, evitando di strofinarsi gli occhi per i primi dieci giorni, lavandosi spesso ed accuratamente le mani ed applicando ogni notte i gusci protettivi forniti dal medico.
È importante che il paziente effettui periodicamente le visite oculistiche di controllo e cerchi di non prendere parte ad attività sportive a rischio di trauma o di colluttazione fisica per il primo mese post operazione.