Qual è la differenza tra ottico, ortottista e oculista?

Nonostante l'ottico, l'ortottista e l'oculista siano tutti professionisti del campo della vista, ognuno è specializzato in uno specifico settore. Spesso, si tende a confondere queste figure tra di loro, ma in linea di massima, è da considerare che l'oculista è l'unico ad essere un medico a tutti gli effetti e, come tale, è in grado di effettuare le diagnosi, prescrivere dei trattamenti e intervenire chirurgicamente per la cura delle malattie o patologie oculari. L'ortottista, invece, è il professionista in grado di individuare difetti e patologie dell'occhio e assiste il medico oculista negli esami diagnostici per fornirgli i risultati che andrà ad interpretare. L'ottico, infine, è l'esperto che legge la prescrizione dell'oculista e crea gli strumenti per la risoluzione del difetto visivo (occhiali e lenti a contatto). Di seguito, vedremo nello specifico in cosa si distinguono le attività svolte da ciascun professionista.

Chi è l’oculista e cosa fa?

Come sopra accennato, l'oculista è un medico laureato in medicina e chirurgia con specializzazione Oftalmologia (per questo motivo viene anche chiamato oftalmologo o medico oculista).

Come medico, ha un bagaglio di competenze non paragonabili all'ottico e all'ortottista e può svolgere le seguenti funzioni:

  • diagnostica e curare difetti e patologie degli occhi;
  • esegue visite oculistiche a carattere generale o visite mirate alla correzione dei difetti visivi;
  • svolge operazioni chirurgiche per trattare patologie retiniche, il glaucoma, il cheratocono o difetti della vista come miopia, ipermetropia, astigmatismo, presbiopia, la cataratta, lo strabismo, comunque tutti gli interventi chirurgici che riguardano l'occhio complessivamente;
  • prescrivere occhiali, lenti a contatto, trattamenti farmacologici e medicinali.

Quando andare da un oculista?

È importante ricordare che i controlli oculistici dovrebbero essere fissati regolarmente a scopo preventivo e a prescindere dai sintomi che si avvertono. A seconda dell'età e dello stato di salute degli occhi del paziente, il dottore stabilirà ogni quanto sarà opportuno sottoporsi ad un controllo.

Per i pazienti più piccoli è solitamente consigliata una visita oculistica nelle seguenti fasce di età:

  • Il primo anno di vita (fatta dal pediatra);
  • Entro i 3 anni (prima dell'ingresso alla scuola materna);
  • Entro i 6 anni (prima dell'ingresso alla scuola elementare);
  • Fino ai 14 anni è consigliata una visita ogni 1-2 anni.

In età adulta, invece, le tempistiche tendono a cambiare:

  • Fino ai 39 anni, una visita ogni 5 anni se predisposti a patologie oculari;
  • Dai 40 in su, una visita ogni 2 anni;
  • Dai 60, una visita all'anno.

L'esame eseguito da un oculista non può in alcun caso essere sostituito dal controllo della vista effettuato dall'ottico che non permette di effettuare una vera diagnosi di possibili patologie o malattie, come ad esempio il glaucoma, che è la seconda causa di cecità dopo il diabete. Per questo motivo la prevenzione è fondamentale per la diagnosi precoce delle malattie oculari.

È preoccupante notare che il 40% della popolazione mondiale non effettua mai o molto raramente dei controlli della vista. Questo porta la maggior parte dei pazienti con disturbi agli occhi a non essere a conoscenza neanche di averli. Secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la disabilità visiva è trattabile nell'80% dei casi e, in modo da prevenirla, bisogna programmare visite periodiche.

Sintomi da non sottovalutare prima di effettuare una visita oculistica

I controlli oculistici dovrebbero essere più frequenti se si riscontrano i seguenti fattori di rischio:

  • Disturbi oculari diagnosticati;
  • Ereditarietà familiare di disturbi oculari;
  • Patologie che causano potenziali problemi visivi (il diabete);
  • Trattamenti che provocano effetti collaterali agli occhi;
  • Interventi chirurgici oculari;
  • Traumi improvvisi.

I principali sintomi che mettono in allarme sono:

  • Vista offuscata: specialmente se si prova dolore agli occhi, disparità dell'acuità visiva o perdita di visione parziale;
  • Visione notturna ridotta: può essere causato da problemi alla retina;
  • Lacrimazione: se si nota la presenza di secrezioni solide all'interno dell'occhio o se la lacrimazione si presenta in modo eccesivo senza motivo;
  • Rossore e bruciore oculare: possono derivare da infiammazioni, infezioni o cause più rare;
  • Mosche volanti (visione di corpi mobili): specialmente se appaiono improvvisamente o insieme a dolore agli occhi e perdita della vista;
  • Fotofobia (intolleranza anormale alla luce): può essere causata da infiammazioni e infezioni;
  • Diplopia (visione doppia): da tenere sotto controllo se appare insieme a dolori oculari o sintomi che indicano disturbi neurologici (perdita di equilibrio, debolezza, difficoltà a parlare);
  • Riduzione del campo visivo: difficoltà a vedere gli oggetti posti lateralmente all'estrema sinistra o a destra;
  • Improvvisa perdita della vista: deve essere sempre trattata come un'emergenza perché può essere causata da emorragie, glaucoma e distacco della retina.

Come si svolge la visita oculistica?

La visita oculistica a carattere generale con l'oftalmologo permette di analizzare questi sintomi e rispondere tempestivamente, agendo come sistema di prevenzione, diagnosi e trattamento dell'apparato visivo. All'inizio della visita il medico pone diverse domande utili per raggiungere la diagnosi (anamnesi), scoprendo possibili sintomi di disturbi alla vista e la loro insorgenza prima di passare all'esame obiettivo: misurando l'occhio, la palpebra e la congiuntiva.

Successivamente, l'oculista indaga sull'acuità visiva effettuano diversi esami diagnostici oculistici volti a:

  • Osservare gli occhi, la sclera, la cornea, la camera anteriore, l'iride e il cristallino;
  • Ingrandire la congiuntiva;
  • Analizzare il difetto di refrazione;
  • Misurare la capacità dell'occhio di mettere a fuoco;
  • Misurare la pressione dell'occhio;
  • Esaminare la retina e il nervo ottico.

Ricapitolando, la visita oculistica dunque comprende diverse fasi:

  • Anamnesi: raccolta di informazioni di carattere generale ed oculare;
  • Esame obiettivo: osservazione diretta del paziente;
  • Biomicroscopia: consente di esaminare le palpebre, sclera, iride, congiuntiva e nervo ottico;
  • Autorefrattometria: esame che analizza il difetto di refrazione;
  • Esame della vista: misura l'acuità visiva naturale e con la migliore correzione delle lenti;
  • Tonometria: misura la pressione oculare che permette di identificarne l'incremento, portando al rischio di glaucoma;
  • Esame del fundus oculi: analizza la parte posteriore del bulbo oculare.

Chi è l’ortottista e cosa fa?

L’ortottista è un professionista laureato in Ortottica e Assistenza Oftalmologica. Le sue elevate competenze gli consentono di prevenire e valutare i deficit muscolari dell’occhio e dedicarsi alla riabilitazione visiva del paziente. L’ortottista assiste il medico chirurgo oculistica in sala operatoria.

È importante ricordare che, nonostante sia in grado di individuare difetti e patologie dell’occhio, non essendo un medico, l’ortottista non può dedicarsi direttamente ad una diagnosi e alla terapia del paziente, mansioni che spettano sempre al medico oculista. Il compito principale dell’ortottista è valutare e gestire problemi legati alla mobilità degli occhi (strabismo e sindrome dell’occhio pigro). Questo professionista collabora con gli oculisti occupandosi dei diversi esami diagnostici, fornendo loro i risultati ottenuti.

Quando andare da un ortottista?

La visita ortottica è una valutazione oculistica molto importante in quanto permette di individuare le anomalie della visione, verificando il grado di collaborazione tra i due occhi. Durante la visita l'ortottista controlla la convergenza dello sguardo e, nei casi di strabismo, consente di quantificare il livello di deviazione, individuare quale muscolo causa la visione doppia e seguire l'evoluzione del quadro clinico.

La visita ortottica rientra oggigiorno nel protocollo dedicato alla prevenzione pediatrica:

  • Nei primi 6-8 mesi di vita è importante escludere la presenza di patologie congenite o difetti di vista elevati che possono provocare gravi danni alla capacità visiva futura.
  • Tra i 2 e i 3 anni il bambino distingue simboli semplici e il professionista sarà in grado di valutare la presenza di eventuali difetti di vista sviluppati nel tempo.
  • Tra i 5 e i 6 anni, l'ortottista effettua un controllo della vista più accurato dato che il bambino può finalmente interagire con lui, rispondendo alle sue domande. La visita serve ad accertarsi che lo sviluppo del sistema visivo stia procedendo correttamente.

In età adulta, la visita ortottica serve agli individui affetti da patologie del sistema visivo per escludere la presenza di limitazioni dei muscoli incaricati a muovere i bulbi oculari.
Durante la visita si tende all'esecuzione di test specifici per approfondire il quadro clinico:

  • Stereopsi: valuta il senso della profondità e la visione tridimensionale.
  • Convergenza: valuta la capacità dei due occhi di compiere un movimento armonico e simmetrico quando stimolati a convergere, facendo fissare un oggetto che si avvicina progressivamente alla punta del naso.
  • Esame della motilità oculare (MOE): verifica la funzionalità dei muscoli che muovono ciascun occhio, nelle principali posizioni di sguardo.
  • Test per lo studio della diplopia: verifica il manifestarsi della visione doppia e la sua relativa natura (orizzontale, verticale ed obliqua). Gli eventuali deficit riscontrati possono suggerire la presenza di lesioni all'occhio o alla palpebra.
  • Cover test: serve ad evidenziare la presenza di strabismi, classificandoli in manifesti (sempre presenti) o latenti (solo in determinate circostanze), oltre ad indicare in quale direzione si manifesta la deviazione oculare.
  • Esame dello schermo di Hess Lancaster e di Gracis: in presenza di strabismo, questo test quantifica il grado della deviazione e lo stato dei muscoli interessati. Questo esame precede l'intervento chirurgico.
  • Test per la valutazione della sensorialità: esamina i rapporti binoculari e la corrispondenza retinica dei due occhi (vale a dire quanto "collimano" le due immagini che si formano sulla retina dei due occhi).

La durata della visita ortottica è variabile ma, generalmente, occorrono 30-45 minuti. Per sottoporsi all'esame non è prevista alcuna particolare preparazione da parte del paziente, è un controllo non invasivo e può essere eseguito ad ogni età.

Chi è l’ottico e cosa fa?

Altra figura molto importante, è l'ottico, l'artigiano esperto nella realizzazione, misurazione e rivendita di ausili visivi come occhiali e lenti a contatto. Il suo compito principale è anche quello di aiutare nella scelta della montatura e di regolare il telaio per adattarlo al meglio al volto della persona che indosserà gli occhiali, garantendo una visione corretta.

Il percorso formativo Attualmente l'ottico segue un percorso formativo di scuola superiore quinquennale statale ( paragonato ai periti) al termine del percorso e dopo l'esame di stato (ex maturita') deve superare un esame di Stato di abilitazione L'esame di abilitazione si conclude con il rilascio del Diploma di ottico abilitante alla professione di ottico (validità illimitata, non è prevista iscrizione a collegi o simili)
Oppure, in alternativa, la formazione è biennale post scuola secondaria/maturità in scuole/istituti a riconoscimento e regolamentazione regionale e struttura privata, con affine esame di abilitazione conclusivo, che si conclude con il rilascio della Licenza di abilitazione all'esercizio dell'arte ausiliaria di ottico abilitante alla professione (nell'intero territorio italiano)
O ancora, in alternativa, dopo la formazione universitaria di laurea triennale in ottica e optometria, si può accedere direttamente allo stesso esame di abilitazione citato per la scuola statale, come candidati esterni, senza ulteriori requisiti.

Comunque per qualsiasi di questo percorso non sono  abilitati alla diagnosi di patologie oculari e, di conseguenza, non possono prescrivere farmaci di alcun tipo o eseguire visite oculistiche. L'obiettivo primario dell'ottico è leggere la prescrizione dell'oculista e creare gli strumenti utili per risolvere il problema visivo del cliente sottoposto ad un'analisi visiva.

Quando andare da un ottico?

Solitamente ci si reca da un ottico in due situazioni: se si è già in possesso di occhiali da vista o se si ha ricevuto una prescrizione da parte di un oculista per indossarli. Il professionista chiederà al cliente a quale delle due categorie appartiene e in base a questo si comporterà nei seguenti modi:

  • Se il paziente ha già occhiali da vista l'ottico effettua una verifica della diottria e, se la visione non è nitida, procede con la variazione della correzione.
  • Se il paziente possiede una prescrizione oculistica ricevuta meno di 4 mesi dall'incontro con l'ottico allora il professionista la utilizzerà come base per la scelta delle lenti.

L'analisi della vista effettuata dall'ottico è diversa da una visita oculistica in quanto non viene eseguita in uno studio, ma all'interno della sala di refrazione del negozio di ottica dove si trovano gli strumenti di cui si serve l'artigiano (lo schiascopio e l'autorefrattometro).

Vediamo di cosa si tratta:

  • Lo schiascopio è uno strumento manuale che emette un sottile fascio di luce e, attraverso le reazioni della pupilla, permette all'ottico di stabilire il tipo e l'entità del difetto refrattivo.
  • L'autorefrattometro è una macchina che pone la persona davanti a due oculari attraverso i quali il paziente vedrà un'immagine inizialmente sfocata e poi a poco a poco regolata dal meccanismo che stamperà uno scontrino con la sua valutazione del difetto refrattivo.

Per prima cosa verrà chiesto al cliente di sedersi su una poltrona e si procederà con una breve anamnesi preliminare per capire le sue problematiche ed esigenze visive.

Nella seconda fase della visita, si passa ad un controllo soggettivo della vista in cui l'ottico pone il paziente davanti a diverse lettere, mettendole a fuoco attraverso un'occhiale di prova che consente di cambiare le lenti girando una piccola rotella. In base alle sensazioni e preferenze di quest'ultimo tra le varie correzioni, l'ottico determinerà il potere diottrico definitivo che mette d'accordo la visione ottimale con il comfort visivo.

Il tutto dura complessivamente tra i 15 e i 20 minuti e, contando il tempo per la scelta della montatura e la lente, l'intera visita di solito non richiede più di un'ora.

Nota Bene
I contenuti medici inclusi nel sito web sono stati scritti e rivisti da personale medico qualificato. Le informazioni contenute in questo sito sono presentate a solo scopo informativo e non intendono sostituire in alcun modo il parere del proprio medico curante o della visita specialistica. In nessun caso costituiranno la diagnosi o la prescrizione di un trattamento.

Hai bisogno d'informazioni?

Ti risponderemo il prima possibile