La miopia è un’ametropia (o difetto refrattivo) molto comune, considerata una patologia oculistica a tutti gli effetti, dovuta ad una lunghezza eccessiva dell’occhio rispetto alla norma tale per cui si ha un aumento della distanza tra la superficie del bulbo oculare e la retina. Questa anomalia fa sì che i raggi luminosi provenienti da oggetti distanti non siano messi a fuoco sul piano retinico, ma davanti ad esso, divergendo e provocando una visione distorta per lontano: gli oggetti osservati in lontananza appaiono sfocati, mentre la situazione tende a migliorare man mano che si riduce la distanza da cui si guarda. Si vede male da lontano, ma si arriva a vedere bene da vicino. Si tratta di un disturbo che compare generalmente durante l’età scolare e che progredisce con il periodo dello sviluppo, stabilizzandosi in genere non prima dei 20/25 anni.
Al pari di altri difetti refrattivi, come ad esempio l’astigmatismo, la presbiopia e l’ipermetropia, anche la miopia si può correggere. Oggi esistono numerose possibilità di intervento per cercare di migliorare la qualità della vista quando questa dipende da errori refrattivi.
Per sapere come e, soprattutto, quando si può correggere la miopia, è fondamentale rivolgersi ad uno specialista che saprà consigliare il tipo di trattamento più indicato a seconda dell’età del paziente e della gravità del difetto visivo da trattare.
A differenza di qualche anno fa, in cui si era soliti ricorrere esclusivamente agli occhiali correttivi o alle lenti a contatto, oggi, grazie agli enormi passi avanti fatti dalla tecnologia, si possono correggere i difetti refrattivi grazie alla chirurgia laser con diverse tecniche: il laser a eccimeri con tecnica PRK (PhotoRefractive-Keratectomy), eseguito fin dal ’90, con la tecnica femtolasik (o laser a femtosecondi) e con la tecnica SMILE (small incision lenticule extraction).
Di seguito approfondiremo quali sono le differenze e le particolarità che contraddistinguono queste tre tecniche e quali sono i vantaggi di ognuna. Come affermato, sarà il medico oculista a valutare quale tecnica è più adatta a correggere il difetto refrattivo del paziente dopo aver effettuato una visita oculistica approfondita. Va detto però, che non si interviene chirurgicamente fino a quando il difetto non si è stabilizzato. Ma quali sono le fasi di sviluppo della miopia? E perché è importante considerare questo aspetto prima di intervenire? Lo spiegheremo di seguito.
La miopia è un difetto visivo che colpisce indistintamente uomini e donne e può essere presente fin dai primi anni di vita favorita da fattori ereditari. Avere un genitore miope aumenta di 3 volte il rischio che anche i figli abbiano questo difetto visivo, mentre se lo sono entrambi i genitori, il rischio diventa 7 volte più alto. Il più delle volte la miopia viene riscontrata dall’età scolare in cui ci si accorge di non riuscire a distinguere lettere e numeri.
È molto importante sottoporre i propri figli a visite oculistiche fin da piccoli perché la miopia tende a peggiorare con la crescita. Durante i primi esami, il medico dovrà raccogliere un’adeguata anamnesi chiedendo ai famigliari se sono miopi e se hanno riscontrato nel bambino i classici sintomi di questa patologia: avvicinamento eccessivo alla televisione o abitudine a strizzare gli occhi per guardare da lontano.
Grazie ai risultati di studi recenti si è scoperta una stretta correlazione tra miopia e abitudini quotidiane: oggi i bambini trascorrono troppo tempo in ambienti chiusi, svolgendo attività a distanza ravvicinata come leggere, studiare o stare per diverso tempo a fissare gli schermi dei telefoni e dei computer, tutti comportamenti che favoriscono lo sviluppo del difetto refrattivo di cui stiamo parlando. Per questo motivo, in alcuni paesi asiatici le scuole favoriscono attività alla luce naturale e all’aperto. Inoltre, uno studio del 2011 dell’Università di Cambridge (Regno Unito) ha confermato che il rischio per i bambini di avere la miopia si riduce del 2% per ogni ora trascorsa all’aperto ogni settimana.
Solitamente la miopia non regredisce, ma aumenta con la crescita, specialmente nell’adolescenza approfittando dei cambiamenti fisici e dell’allungamento del bulbo oculare. Si stima che i soggetti tra i 16 e i 22 anni tendono a trascorrere circa 27 ore online (da smartphone, tablet e computer) a settimana: questo stile di vita moderno costituisce una delle principali cause dell’aumento dei casi di miopia. Anche in Italia i dati sono allarmanti: quasi il 25% della popolazione ne è affetta (ovvero circa 15 milioni di persone). Oltre un terzo degli abitanti del mondo è miope ai giorni nostri (33,7%) e questo dato è in ascesa tanto che si stima che nel 2050 metà della popolazione mondiale ne soffrirà (40% miopia lieve-moderata, 9,8% miopia elevata).
In linea di massima la miopia tende a stabilizzarsi tra i 22 e i 25 anni. Tuttavia, bisogna considerare il fatto che la presenza contemporanea di disturbi del cristallino, quali la cataratta e la presbiopia, potrebbero portare ad un rapido peggioramento della situazione.
Ci sono diversi modi in cui possiamo considerare i vari tipi di miopia, prima fra tutte è la classificazione in base alla gravità del difetto. Questa distinzione utilizza come unità di misura le diottrie (o gradi) che indicano il potere delle lenti correttive necessario a compensare il difetto visivo. Maggiori sono le diottrie, minore è la distanza alla quale si vede bene.
Secondo questa classificazione vi sono tre tipi di miopia:
Un' altra classificazione dei diversi tipi di miopia riguarda la causa scatenante questo difetto visivo:
Infine possiamo trovare forme insolite di miopia che si manifestano in determinate situazioni:
Nonostante la gravità del difetto visivo o la sua tipologia bisogna ricordare che la miopia si può sempre correggere o quanto meno ridurre per migliorare la qualità della vita e della vista di coloro che ne sono affetti.
Per correggere la miopia è importante sottoporsi a visite oculistiche regolari, possibilmente ogni anno, per diagnosticare tempestivamente il difetto e adottare le correzioni appropriate.
Il primo trattamento è l'utilizzo di occhiali dei quali bisogna sempre rispettare un modello ideale:
Nonostante però gli occhiali siano il trattamento di più facile utilizzo, possono non essere l'ideale in caso di difetto visivo elevato. In questi casi l'oculista potrebbe prescrivere l'utilizzo di lenti a contatto. Le lenti sono ormai usate quasi il 10% dei miopi e, diventando sempre più confortevoli, si pensa che questo numero sia destinato a salire.
Dunque, in caso di miopia possono essere consigliati sia occhiali che lenti a contatto e nessuno di questi due rimedi esclude l'altro, bensì convivono e vengono usati in base all'occasione (gli occhiali per lo studio e il lavoro, le lenti per sport e uscite serali).
Se la miopia è di grado medio o elevato, però, è meglio utilizzare le lenti a contatto perché consentono una visione panoramica, senza le interruzioni causate dalla presenza della montatura dell'occhiale.
Nonostante occhiali e lenti a contatto aiutino a limitare il difetto visivo, la soluzione per correggere una volta per tutte la miopia sta nella chirurgia refrattiva. Questo tipo di intervento può svolgersi con diverse tecniche chirurgiche:
La presbiopia in particolare è un disturbo che colpisce la maggior parte delle persone di età superiore ai 45 anni e consiste in un’incapacità a mettere a fuoco gli oggetti ravvicinati a causa della perdita di elasticità del cristallino. Inizia dai 35 anni, ma si evidenzia con la necessità di usare occhiali per vicino verso i 40 e si conclude verso i 60 - 65 anni. Visto il progredirsi del difetto, chi ne è affetto dovrà cambiare gli occhiali da vicino ogni 4-5 anni fin verso i 60-65 anni, in relazione alle diversità individuali.
È importante ricordare che prima di sottoporsi ad un intervento di chirurgia refrattiva bisogna eseguire un'accurata visita oculistica per misurare l'acuità visiva e valutare le condizioni della propria salute oculare.
Alcuni degli esami a cui il paziente verrà sottoposto durante questa visita sono:
A seconda dei risultati ottenuti il chirurgo deciderà se procedere o meno con l'intervento e, in caso positivo, consiglierà la tecnica più appropriata, spiegando i vantaggi e rischi ad essa associati e i risultati che si pensa di ottenere. Dopodiché il paziente riceverà il consenso informato da visionare.
Esistono diversi fattori che potrebbero impedire al chirurgo di procedere con l'operazione e quindi di escludere il paziente:
Anche se il paziente non risulta idoneo all'intervento, la visita oculistica refrattiva serve ad avere un quadro completo e approfondito sulla salute degli occhi e della vista.
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